NUOVE INVENTIONI
DI
BALLI
Opera vaghissima
DE CESARE NEGRI MILANESE
detto il Trombone,
Famoso et eccellente Professore di Ballare.
Nella quale si danno i giusti modi del ben portar la vita, e di accomodarsi
con leggiadria di movimento alle creanze, e grazie d'Amore,
Convenevoli a tutti i Cavalieri e Dame perogni sorta di Balletto, e
Brando d'Italia, di Spagna e di Francia.
Con figure in rame, Regola di Musica et Intavolatura di suono et di canto.
[image of flowerpot]
[Library of Congress stamp, 1870]
IN MILANO appresso Girolamo Bordone MDCIV.
Con licentia de' Superiori
Al Potentissimo, & Catholico
FILIPPO TERZO
RE DI SPAGNA,
Et Monarca del Mondo Nouo.
VASSALLAGGIO certamente alla gran VOSTRA
MAESTA più conueneuole; ma allo stato mio perauentura
non più opportuno pagare io vi poteuo, POTENTISSIMO
SIGNORE, come offerendoui in breue compendio
ristrette tutte le fatiche di mia vita, & in picciolo vasetto
rinchiuso tutto il succo della longa, & diuota seruitù mia.
Nella quale si come io seruendo à Cauaglieri Milansei vostri Vassalli, à gli Eccellentissimi
Vostri Luogotenenti, & a SERENISSIMI RODOLFO,
ERNESTO, ET GIOVANNI AVSTRIACI, professo di hauer
seruito alla Real Persona Vostra: cosi non in altro finalmente douea ella
terminare, che in voi, suo vnico, & principale oggetto. Dal quale traendo
ella quella grandezza, & nobiltà, clie per se stessa non hà; mi sono assicurato
di porgeruela in dono; dandomi à credere, che non sdegnerete cosa, in
cui, & per ragion di dominio, & per ragion di motore, & per ragion di
fine voi ci hauete così gran parte. Riceuete andunque INVITTISSIMO
PRENCIPE l'humile sì, ma affettuosa mia offerta. In cui già che pel graue
peso de gli anni io non posso più (come solea) mouere il piede; ho voluto
almeno, per più certo argomento della diuotion mia verso la MAESTA
VOSTRA, mouer la mano & la penna nell'angusto Teatro di questo libro:
riseruandomi in quel poco di vita, che m'auanza, di mouer'anche le labra;
non solo à celebrare le grandezze vostre & d'Animo, & d'Impero; ma
molto più à pregare il grande Iddio, che così ben'prosperi la grandissima vostra
Monarchia, che il continuato suono de'vostri commandi, come in Danza
signorile, si moua in giro tutto il Mondo. Con che alla Potentissima V. M.
riuerente m'inchino. Di Milano il dì primo Agosto MDCII.
Di V. Maestà Catholica
Humilissimo suddito, e seruo
Cesare Negri Milanese.
Alla Maestà Catholicà Filippo III. Rè di Spagna,
Et Monarca del Mondo Novo.
SONETTO
Del Sig. Cherubino Ferrari l'Etereo Academico Inquieto di Milano.
L'Arme, gli scettri, le corone, e gli ostri
E mille illustri palme, e mille pregi
De tuoi grand'Aui Imperadori, e Regi,
Son chiari raggi, al cui splendor t'inostri.
Ma chi t'infiamma il cor? A gli alti chiostri,
L'alma d'eterni honor, d'eterni fregi?
La memoria è del Padre, e tù il dimostri.
Segui, segui, FILIPPO, e benche rare
Volte adiuien ch'à l'honorate imprese
Fortuna ingiuriosa non contrasti.
Non t'arrestar, che la vittoria appare,
Maggior, quanto maggior son le contese,
E non è gloria, oue non fur contrasti.
Madrigale dell'istesso.
MARGHERITA voi Fior'e Perla sete,
Perla d'alto valor; Fior di bellezza,
E qual Perla splendete
Di lume oriental, e come Fiore
Spirate arabo odore;
Odor, ch'ogn'uno apprezza,
Lume ch'ogn'alma ammirra,
Odore, e lume tale,
Che vi mostran celeste, ed immortale.
MADRIGALE.
Del Sig. Ferrari l'Etereo Academico Inquieto di Milano.
CHI di saper desia,
Mouere i passi hora veloci, hor lenti
Con gratia, e leggiadria
Concordi al suon de'musici concenti,
Miri questo Theatro, e'n bella sehiera
Quì vedrà Siluia, Nisa, Egeria, Lia,
Clori, Dafne, Calisto, ed Amarilli,
Flora, Siringa, e Filli,
Che con un dolce inchino, un giro, un passo
Ferir' i cor di sasso;
Ma di colpi sì cari, e sì graditi
Ch'ogn'hor bramar gli amanti esser feriti.
O Cauallier' amante
C'hai di danzar desio
Con la tua amata, oue il tuo cor s'unie,
Quì le maniere tante
Mira, doue s'addita
Virtù da te gradita
Di bel diporto, e degno,
Ou'hà frà nobil'alme Amor'il Regno.
DI costumati balli
Gentil Moderator, che d'Arpe al suono
Sì ben misuri i passi, che non falli;
S'à sì concorde tuono
Contempri l'alma, e i sensi vaghi assesti,
De le Muse celesti,
Ben puoi senz'altro tù degno d'alloro,
Saggio mastro che sei regger'il choro.
CESARE al suon de musicali accenti,
Mentre concorde il piè stendi, e raggiri
Alta gioia dissondi, alti desiri
Desti, ch'al'altro ergon le nostre menti.
Miriam quà giù come le stelle ardenti
Guidan lor balli ne i celesti giri,
Come si moua alta virtute, e spiri,
E gratia, e leggiadria ne' portamenti.
Cosi mentre dispensi i vaghi moti,
E guidi in giro le terrenne stelle
Emulo sei di Giove, e di Natura.
E mentre altrui dal sen la noia scoti
L'alme inalzando à cose vaghe, e belle
Poggia à l'eternità per via sicura.
L'ARTE che di natura
Imitò scaltra l'orme, e la possanza,
Tanto per te s'auanza,
Che fatta gran maestra,
Al'istessa Natura insegna, e addita
Come sia vagra, e destra,
Et ecco ella abbellita,
Che imitata dal'arte, hor l'arte imita
Artefice felice, arte felice,
Hor'imitata, e dianzi imitatrice.
Greg Lindahl